Aulla

n.1

AULLA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE

AULLA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Dai terribili bombardamenti fino alla Liberazione della città

Dai terribili bombardamenti fino alla Liberazione della città

Anche la città di Aulla è stata direttamente coinvolto dalle vicende della seconda guerra mondiale, ancora vivo è il ricordo dei drammatici bombardamenti alleati. La città venne liberatà il 25 aprile dai partigiani della Brigata Val di Vara.

Anche la città di Aulla è stata direttamente coinvolto dalle vicende della seconda guerra mondiale, ancora vivo è il ricordo dei drammatici bombardamenti alleati. La città venne liberatà il 25 aprile dai partigiani della Brigata Val di Vara.

Una città sotto i bombardamenti
La città di Aulla, durante la seconda guerra mondiale fu colpita da gravi bombardamenti, in particolare nel dicembre del 1943 e nel maggio e dicembre 1944.
Essendo uno snodo viario e ferroviario importante, ad Aulla si stanziarono le truppe naziste per un lungo periodo, diventando così un bersaglio privilegiato delle incursioni  aeree degli alleati angloamericani.
Il 1° dicembre 1943 ci fu il primo grande bombardamento che colpì lo jutificio della Montecatini alla Filanda, anziché l’obiettivo previsto che era il vicino ponte del Taverone, causando 33 vittime civili, in prevalenza operaie e operai della filanda. Nel 1944 seguirono altre incursioni aeree che indussero la Croce Rossa a realizzare in città un posto di soccorso e di ricovero, con una trentina di posti letto, per le persone colpite. Il 18 maggio del 1944 caddero sul centro cittadino grappoli di bombe che colpirono anche la chiesa di San Caprasio distruggendo il chiostro, la navata sinistra e gli edifici che avevano ospitato il monastero e gran parte dell’arredo liturgico in marmo. Inoltre venne sfondato il tetto dell’abbazia e una bomba inglese di 250 kg rimase inesplosa e venne ritrovata insieme alle reliquie del santo eremita, nel 2003, durante uno scavo archeologico. Ancora oggi una bomba simile a quella è esposta nelle sale della Chiesa: i fedeli non ebbero dubbi sul fatto che fu il santo a non farla esplodere e a proteggere la città. Ai danni materiali si aggiunse la perdita di 22 vite umane.
«Questo secondo bombardamento e i preannunci di nuovi indussero la maggioranza degli aullesi a cominciare ad abbandonare il centro storico e a sfollare nella periferia, tra la Barcara e Cagina, a Bibola e a Vecchietto, nei Comuni di Podenzana, di Tresana, di Licciana. Lo sfollamento divenne via via più intenso nelle settimane e nei mesi successivi tanto che poche famiglie restarono nel capoluogo specie dopo il bombardamento a tappeto del dicembre 1944», così scrive lo storico Giulivo Ricci.
Infine, con il bombardamento del 26 dicembre del 1944, da parte dei cacciabombardieri alleati della Forza Aerea Brasiliana, Aulla viene rasa al suolo. Furono colpite anche le frazioni di Albiano Magra (con 18 vittime civili) e Pallerone (una vittima).
Durante il conflitto si dovette affrontare anche il problema della rimozione delle macerie: le autorità cittadine. Imposero ai cittadini aullesi di rimuoverle in giorni e orari predefiniti con l’aiuto dei badili.
Si stima che il numero in totale delle vittime civili dei bombardamenti, che hanno coinvolto la città di Aulla, si aggiri intorno alle 139 persone.

La Liberazione di Aulla
Nel periodo compreso tra il mese di marzo e il mese di aprile del 1945, il Comando di zona e il Comando della V Armata, pianificano l’impiego della Brigata Val di Vara per la liberazione di Aulla. Aulla aveva una rilevante importanza strategica sia per le truppe tedesche, che forzatamente ripiegavano a Nord, sia per le brigate partigiane e le truppe che portavano avanti l’offensiva degli alleati.
Erano presenti nell’abitato di Aulla almeno trenta sottufficiali tedeschi e quaranta bersaglieri italiani, mentre venti artificieri tedeschi stavano nei pressi della fortezza della Brunella, con il compito di caricare le granate. Fuori della città, a Terrarossa, almeno settanta alpini tenevano il posto di blocco sulla strada, mentre in località Canal Grande era stato collocato un cannone anticarro. Le infrastrutture lungo la SS. 62 erano minate e si stava provvedendo anche a sbarrare l’accesso al fondo valle.
La Brigata Val di Vara, al comando di Daniele Bucchioni, “Dany”, parte da Calice al Cornoviglio la mattina del 22 aprile; era formata da I, II, III, IV Battaglione e dalla Compagnia Alcide, oltre che dai plotoni di Villa Grossa e Santa Maria, composti in maggioranza da militari tedeschi, russi, polacchi.
Nella notte tra il 22 e il 23 aprile hanno inizio le prime azioni di sabotaggio di ponti, strade e gallerie, allo scopo di isolare Aulla; alle sei del mattino si verifica il passaggio sulla strada di truppe tedesche con carri armati e pezzi d’artiglieria. Alle tredici una colonna di tedeschi e di repubblichini provenienti dalla Spezia e diretti a Nord entra nell’area di tiro dei Battaglioni e cominciano combattimenti che vanno avanti per tutto il pomeriggio, ai quali partecipano anche l’artiglieria americana e aerei anglo-americani. Verso sera giungono in aiuto dei nemici artiglierie tedesche, e Dany porta i suoi battaglioni sul monte Metti, mentre all’alba del 23 aprile la battaglia infuria a Podenzana. Il 24 aprile giunge la notizia che i tedeschi hanno lasciato La Spezia e che la riva destra del Magra è in mano partigiana, ma il nodo stradale di Aulla è sempre in mano nemica. I partigiani intanto fanno sortite verso Terrarossa, mentre le truppe alleate transitano a Isola di Caprigliola.
La mattina del 25 aprile i battaglioni della Brigata Val di Vara conquistano l’una dopo l’altra le posizioni nemiche e la liberazione è raggiunta quando ai partigiani si uniscono due colonne americane che arrivavano da Nord-Est e da Sud.

Una città sotto i bombardamenti
La città di Aulla, durante la seconda guerra mondiale fu colpita da gravi bombardamenti, in particolare nel dicembre del 1943 e nel maggio e dicembre 1944.
Essendo uno snodo viario e ferroviario importante, ad Aulla si stanziarono le truppe naziste per un lungo periodo, diventando così un bersaglio privilegiato delle incursioni  aeree degli alleati angloamericani.
Il 1° dicembre 1943 ci fu il primo grande bombardamento che colpì lo jutificio della Montecatini alla Filanda, anziché l’obiettivo previsto che era il vicino ponte del Taverone, causando 33 vittime civili, in prevalenza operaie e operai della filanda. Nel 1944 seguirono altre incursioni aeree che indussero la Croce Rossa a realizzare in città un posto di soccorso e di ricovero, con una trentina di posti letto, per le persone colpite. Il 18 maggio del 1944 caddero sul centro cittadino grappoli di bombe che colpirono anche la chiesa di San Caprasio distruggendo il chiostro, la navata sinistra e gli edifici che avevano ospitato il monastero e gran parte dell’arredo liturgico in marmo. Inoltre venne sfondato il tetto dell’abbazia e una bomba inglese di 250 kg rimase inesplosa e venne ritrovata insieme alle reliquie del santo eremita, nel 2003, durante uno scavo archeologico. Ancora oggi una bomba simile a quella è esposta nelle sale della Chiesa: i fedeli non ebbero dubbi sul fatto che fu il santo a non farla esplodere e a proteggere la città. Ai danni materiali si aggiunse la perdita di 22 vite umane.
«Questo secondo bombardamento e i preannunci di nuovi indussero la maggioranza degli aullesi a cominciare ad abbandonare il centro storico e a sfollare nella periferia, tra la Barcara e Cagina, a Bibola e a Vecchietto, nei Comuni di Podenzana, di Tresana, di Licciana. Lo sfollamento divenne via via più intenso nelle settimane e nei mesi successivi tanto che poche famiglie restarono nel capoluogo specie dopo il bombardamento a tappeto del dicembre 1944», così scrive lo storico Giulivo Ricci.
Infine, con il bombardamento del 26 dicembre del 1944, da parte dei cacciabombardieri alleati della Forza Aerea Brasiliana, Aulla viene rasa al suolo. Furono colpite anche le frazioni di Albiano Magra (con 18 vittime civili) e Pallerone (una vittima).
Durante il conflitto si dovette affrontare anche il problema della rimozione delle macerie: le autorità cittadine. Imposero ai cittadini aullesi di rimuoverle in giorni e orari predefiniti con l’aiuto dei badili.
Si stima che il numero in totale delle vittime civili dei bombardamenti, che hanno coinvolto la città di Aulla, si aggiri intorno alle 139 persone.

La Liberazione di Aulla
Nel periodo compreso tra il mese di marzo e il mese di aprile del 1945, il Comando di zona e il Comando della V Armata, pianificano l’impiego della Brigata Val di Vara per la liberazione di Aulla. Aulla aveva una rilevante importanza strategica sia per le truppe tedesche, che forzatamente ripiegavano a Nord, sia per le brigate partigiane e le truppe che portavano avanti l’offensiva degli alleati.
Erano presenti nell’abitato di Aulla almeno trenta sottufficiali tedeschi e quaranta bersaglieri italiani, mentre venti artificieri tedeschi stavano nei pressi della fortezza della Brunella, con il compito di caricare le granate. Fuori della città, a Terrarossa, almeno settanta alpini tenevano il posto di blocco sulla strada, mentre in località Canal Grande era stato collocato un cannone anticarro. Le infrastrutture lungo la SS. 62 erano minate e si stava provvedendo anche a sbarrare l’accesso al fondo valle.
La Brigata Val di Vara, al comando di Daniele Bucchioni, “Dany”, parte da Calice al Cornoviglio la mattina del 22 aprile; era formata da I, II, III, IV Battaglione e dalla Compagnia Alcide, oltre che dai plotoni di Villa Grossa e Santa Maria, composti in maggioranza da militari tedeschi, russi, polacchi.
Nella notte tra il 22 e il 23 aprile hanno inizio le prime azioni di sabotaggio di ponti, strade e gallerie, allo scopo di isolare Aulla; alle sei del mattino si verifica il passaggio sulla strada di truppe tedesche con carri armati e pezzi d’artiglieria. Alle tredici una colonna di tedeschi e di repubblichini provenienti dalla Spezia e diretti a Nord entra nell’area di tiro dei Battaglioni e cominciano combattimenti che vanno avanti per tutto il pomeriggio, ai quali partecipano anche l’artiglieria americana e aerei anglo-americani. Verso sera giungono in aiuto dei nemici artiglierie tedesche, e Dany porta i suoi battaglioni sul monte Metti, mentre all’alba del 23 aprile la battaglia infuria a Podenzana. Il 24 aprile giunge la notizia che i tedeschi hanno lasciato La Spezia e che la riva destra del Magra è in mano partigiana, ma il nodo stradale di Aulla è sempre in mano nemica. I partigiani intanto fanno sortite verso Terrarossa, mentre le truppe alleate transitano a Isola di Caprigliola.
La mattina del 25 aprile i battaglioni della Brigata Val di Vara conquistano l’una dopo l’altra le posizioni nemiche e la liberazione è raggiunta quando ai partigiani si uniscono due colonne americane che arrivavano da Nord-Est e da Sud.

Foto dei bombardamenti di Aulla (crediti: Archivio Comune di Aulla e Archivio ISRA – Istituto Storico della Resistenza Apuana).
Foto dei bombardamenti di Aulla (crediti: Archivio Comune di Aulla e Archivio ISRA – Istituto Storico della Resistenza Apuana).