IL BOMBARDAMENTO DELLA FILANDA
IL BOMBARDAMENTO DELLA FILANDA
I tragici fatti del 1° dicembre 1943
I tragici fatti del 1° dicembre 1943
L’incursione aerea da parte dei B-26 americani distrusse lo stabilimento industriale della Montecatini causando 33 vittime
L’incursione aerea da parte dei B-26 americani distrusse lo stabilimento industriale della Montecatini causando 33 vittime

Il 1° dicembre 1943 Aulla fu colpita dal primo bombardamento angloamericano portando paura e morte nel quartiere della Ragnaia, meglio conosciuto come la Filanda proprio perché sede dello stabilimento industriale Montecatini, che si occupava della lavorazione e produzione di filati, in particolare juta.
Tanti altri ne seguirono successivamente per tutto il 1944 arrivando alla distruzione totale della cittadina con il bombardamento del 26 dicembre 1944, circa un anno dopo.
L’incursione aerea da parte dei B-26 americani nel dicembre del ’43 mancò gli obiettivi preposti, ovvero il ponte Taverone e quello dell’Aulella che erano cruciali vie di comunicazione, sia per la ferrovia Parma-La Spezia, sia per la strada statale, e colpì la Filanda causando 33 vittime, per la maggior parte donne, operaie dello stabilimento. Rimasero uccise anche due bambine, tra queste Franca Fiasella di 7 anni, alla cui memoria è dedicato il giardino della vicina scuola.
Così Mons. Guidoni scriveva di quel tragico giorno sul suo diario cronicon «La Filanda era stata colpita, vi sono molti morti. Mi precipito verso quella parte per prestare soccorso; il refettorio dello Jutificio è distrutto, per terra sono distesi una decina di operai. La casa operaia è distrutta, molti sono quelli rimasti sepolti. I feriti sono portati nelle scuole elementari, i morti, poveri morti, nella casa del fascio. La popolazione è addolorata e terrorizzata, molti sfollano in montagna. […]
Ora si comincia a comprendere quanto sia terribile la guerra!»
Il 1° dicembre 1943 Aulla fu colpita dal primo bombardamento angloamericano portando paura e morte nel quartiere della Ragnaia, meglio conosciuto come la Filanda proprio perché sede dello stabilimento industriale Montecatini, che si occupava della lavorazione e produzione di filati, in particolare juta.
Tanti altri ne seguirono successivamente per tutto il 1944 arrivando alla distruzione totale della cittadina con il bombardamento del 26 dicembre 1944, circa un anno dopo.
L’incursione aerea da parte dei B-26 americani nel dicembre del ’43 mancò gli obiettivi preposti, ovvero il ponte Taverone e quello dell’Aulella che erano cruciali vie di comunicazione, sia per la ferrovia Parma-La Spezia, sia per la strada statale, e colpì la Filanda causando 33 vittime, per la maggior parte donne, operaie dello stabilimento. Rimasero uccise anche due bambine, tra queste Franca Fiasella di 7 anni, alla cui memoria è dedicato il giardino della vicina scuola.
Così Mons. Guidoni scriveva di quel tragico giorno sul suo diario cronicon «La Filanda era stata colpita, vi sono molti morti. Mi precipito verso quella parte per prestare soccorso; il refettorio dello Jutificio è distrutto, per terra sono distesi una decina di operai. La casa operaia è distrutta, molti sono quelli rimasti sepolti. I feriti sono portati nelle scuole elementari, i morti, poveri morti, nella casa del fascio. La popolazione è addolorata e terrorizzata, molti sfollano in montagna. […]
Ora si comincia a comprendere quanto sia terribile la guerra!»