Licciana Nardi

n.4

LA CATTURA DI UMILE E GLI ALTRI CADUTI PARTIGIANI

LA CATTURA DI UMILE E GLI ALTRI CADUTI PARTIGIANI

Il contributo di Bastia di Licciana alla Lotta di Liberazione

Il contributo di Bastia di Licciana alla Lotta di Liberazione

La storia della Medaglia d’Oro al Valor Militare, Leonardo Umile, e dei tre partigiani di Bastia, tutti appartenenti alla IV Brigata Apuana, caduti durante la Lotta di Liberazione

La storia della Medaglia d’Oro al Valor Militare, Leonardo Umile, e dei tre partigiani di Bastia, tutti appartenenti alla IV Brigata Apuana, caduti durante la Lotta di Liberazione

Il paese di Bastia venne preso di mira dai nazi-fascisti durante la Lotta di Liberazione, poiché fu spesso scelto, grazie alla sua altitudine e alla posizione favorevole a controllare la Val di Taverone, come rifugio dai partigiani. Ciò spiega i frequenti cannoneggiamenti dal piano da parte delle batterie tedesche sul paese e il castello, che venne seriamente danneggiato durante il rastrellamento dei primi di luglio ‘44. Il paese diede quindi un importante contributo alla Resistenza e nel borgo una lapide testimonia che ci furono ben tre partigiani di Bastia, tutti appartenenti alla IV Brigata Apuana “Gino Menconi bis”, caduti durante la Lotta di Liberazione: Annibale Rossetti «Fausto», classe 1919, caduto l’8 dicembre 1944; Giulio Mazzini, classe 1914, caduto il 7 aprile 1945 a Pontaccio di Licciana Nardi; Gino Bellazzini, classe 1922, caduto il 22 aprile 1945. La storia più nota è quella del partigiano Leonardo Umile, nato nel 1919 a Scerni, in provincia di Chieti. Alle prime luci del 7 aprile 1945 le truppe tedesche sferrano un violento attacco contro alcuni partigiani della IV Brigata Apuana stanziati a Bastia. Accorrono in aiuto alcuni partigiani che si trovano nella vicina Cisigliana, tra i quali vi era Leonardo Umile. Lo scontro vede le forze partigiane soccombenti e Umile, per proteggere la ritirata dei compagni, rimane per quattro ore alla mitragliatrice, poi scappa nascondendosi sotto un mucchio di foglie ammassate finché non viene catturato dai tedeschi, che lo sorprendono con una baionetta tra il fogliame, ferendolo al viso. Catturato, viene ripetutamente percosso, ma Umile non si piega e va incontro all’inevitabile morte con coraggio e fermezza d’animo, come verrà in seguito raccontato da William Nugnez, anch’egli prigioniero insieme al partigiano. Umile viene ucciso a Villanova di Bigliolo, dopo aver fino all’ultimo rifiutato di salvare la propria vita con la delazione.

Il paese di Bastia venne preso di mira dai nazi-fascisti durante la Lotta di Liberazione, poiché fu spesso scelto, grazie alla sua altitudine e alla posizione favorevole a controllare la Val di Taverone, come rifugio dai partigiani. Ciò spiega i frequenti cannoneggiamenti dal piano da parte delle batterie tedesche sul paese e il castello, che venne seriamente danneggiato durante il rastrellamento dei primi di luglio ‘44. Il paese diede quindi un importante contributo alla Resistenza e nel borgo una lapide testimonia che ci furono ben tre partigiani di Bastia, tutti appartenenti alla IV Brigata Apuana “Gino Menconi bis”, caduti durante la Lotta di Liberazione: Annibale Rossetti «Fausto», classe 1919, caduto l’8 dicembre 1944; Giulio Mazzini, classe 1914, caduto il 7 aprile 1945 a Pontaccio di Licciana Nardi; Gino Bellazzini, classe 1922, caduto il 22 aprile 1945. La storia più nota è quella del partigiano Leonardo Umile, nato nel 1919 a Scerni, in provincia di Chieti. Alle prime luci del 7 aprile 1945 le truppe tedesche sferrano un violento attacco contro alcuni partigiani della IV Brigata Apuana stanziati a Bastia. Accorrono in aiuto alcuni partigiani che si trovano nella vicina Cisigliana, tra i quali vi era Leonardo Umile. Lo scontro vede le forze partigiane soccombenti e Umile, per proteggere la ritirata dei compagni, rimane per quattro ore alla mitragliatrice, poi scappa nascondendosi sotto un mucchio di foglie ammassate finché non viene catturato dai tedeschi, che lo sorprendono con una baionetta tra il fogliame, ferendolo al viso. Catturato, viene ripetutamente percosso, ma Umile non si piega e va incontro all’inevitabile morte con coraggio e fermezza d’animo, come verrà in seguito raccontato da William Nugnez, anch’egli prigioniero insieme al partigiano. Umile viene ucciso a Villanova di Bigliolo, dopo aver fino all’ultimo rifiutato di salvare la propria vita con la delazione.

Il partigiano Leonardo Umile (1919-1945).
Il partigiano Leonardo Umile (1919-1945).