IL SERVIZIO MEDICO PARTIGIANO
IL SERVIZIO MEDICO PARTIGIANO
L’ospedaletto del Cerro
L’ospedaletto del Cerro
L’organizzazione di una rete di servizi sanitari per i partigiani è stato uno dei problemi più complessi
L’organizzazione di una rete di servizi sanitari per i partigiani è stato uno dei problemi più complessi

Si doveva agire in clandestinità e si poteva contare su una limitata disponibilità di medici. Per buona parte del 1944 quello dell’assistenza medica rimase un aspetto risolto soprattutto grazie alla buona volontà dei singoli e solo nella seconda parte dell’anno prese vita una rete che poteva contare anche su alcuni presìdi con organici di medici e infermieri. Tra gli ospedali per i partigiani attivi all’inizio del 1945 si ricorda anche quello organizzato qui nella zona del Cerro di Montereggio.
Tra i medici ha avuto un ruolo fondamentale il dott. Umberto Capiferri di Filattiera (“Kok”), classe 1914, del Servizio Sanitario della Divisione Liguria, operante tra lo Zerasco, la Lunigiana centrale e la Val di Vara.
Un suo intervento chirurgico è testimoniato nel maggio 1944 poco lontano da qui, nella zona del passo dei Casoni dove, all’aperto e riparato da una grande quercia secolare, operò il partigiano Cirillo Palladini salvandogli la vita.
Aldo Volpi, 20 anni, del Cerro di Montereggio, Brigata “Val di Vara”. Con altri compagni il 4 agosto 1944 venne sorpreso dal rastrellamento nazifascista nei pressi delle cascine di Vruga, nei pressi del paese di Bosco di Rossano. All’arrivo dei tedeschi, non avendo ormai altra via di fuga, cercò di nascondersi nella fitta chioma di un albero di ciliegio ma venne scoperto e ucciso a sangue freddo con una raffica.
Si doveva agire in clandestinità e si poteva contare su una limitata disponibilità di medici. Per buona parte del 1944 quello dell’assistenza medica rimase un aspetto risolto soprattutto grazie alla buona volontà dei singoli e solo nella seconda parte dell’anno prese vita una rete che poteva contare anche su alcuni presìdi con organici di medici e infermieri. Tra gli ospedali per i partigiani attivi all’inizio del 1945 si ricorda anche quello organizzato qui nella zona del Cerro di Montereggio.
Tra i medici ha avuto un ruolo fondamentale il dott. Umberto Capiferri di Filattiera (“Kok”), classe 1914, del Servizio Sanitario della Divisione Liguria, operante tra lo Zerasco, la Lunigiana centrale e la Val di Vara.
Un suo intervento chirurgico è testimoniato nel maggio 1944 poco lontano da qui, nella zona del passo dei Casoni dove, all’aperto e riparato da una grande quercia secolare, operò il partigiano Cirillo Palladini salvandogli la vita.
Aldo Volpi, 20 anni, del Cerro di Montereggio, Brigata “Val di Vara”. Con altri compagni il 4 agosto 1944 venne sorpreso dal rastrellamento nazifascista nei pressi delle cascine di Vruga, nei pressi del paese di Bosco di Rossano. All’arrivo dei tedeschi, non avendo ormai altra via di fuga, cercò di nascondersi nella fitta chioma di un albero di ciliegio ma venne scoperto e ucciso a sangue freddo con una raffica.
