Pontremoli

n.4

LA VALLE DEL VERDE E LA RESISTENZA

LA VALLE DEL VERDE E LA RESISTENZA

I caduti partigiani e civili durante la Lotta di Liberazione

I caduti partigiani e civili durante la Lotta di Liberazione

La Valle del Verde ha visto una massiccia adesione alla Resistenza e, anche per questo, la presenza dei fascisti è stata costante. Al punto che si contano numerosi episodi di rappresaglia e diversi morti tra i partigiani e i civili, ritenuti colpevoli di collaborare con la Resistenza.

La Valle del Verde ha visto una massiccia adesione alla Resistenza e, anche per questo, la presenza dei fascisti è stata costante. Al punto che si contano numerosi episodi di rappresaglia e diversi morti tra i partigiani e i civili, ritenuti colpevoli di collaborare con la Resistenza.

Un ruolo determinante nella lotta di Liberazione lo hanno avuto le donne dei tanti paesi che punteggiano la valle: sono state loro, vere e proprie “madri della montagna”, a sostenere i partigiani dividendo con loro il poco cibo disponibile, fornendo vestiario, medicinali e dando loro rifugio. Consapevoli che questa collaborazione poteva costare la vita.

Molte le vittime tra i partigiani e i civili. Il 3 aprile 1944, non lontano da Cervara, perde la vita Domenico Antolini, di Filattiera, milite fascista del btg “Mussolini”. Pochi giorni dopo, durante una spedizione punitiva contro la popolazione, sono uccisi due patrioti: Carlo Travaglini (32 anni) e Amedeo Beccari (44) entrambi del btg. “Picelli”; altri sedici uomini sono presi in ostaggio e imprigionati per alcuni giorni alla Spezia.

Il 12 settembre 1944 una pattuglia tedesca uccide Federico Pizzanelli (34), sorpreso mentre cercava di recuperare alcune parti di un aereo alleato precipitato due giorni prima nei pressi di Cervara.
Di Guinadi era Pietro Polesi (1926), partigiano “Giacosa”, ferito a morte a Casa Corvi pochi giorni prima della Liberazione nello scontro con i militari tedeschi del locale presidio. Decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Guinadi pianse anche la morte di altri due partigiani: Bruno Marioni aveva appena 17 anni quando venne ucciso in loc. Pianacce di Baselica nell’estate 1944; Luigi Marioni “Falco”, partigiano della I bgt Julia, morì il 9 novembre 1944 a Baselica di Pontolo.

Tra i civili morti nella valle si ricordano Carmela Fava (21 anni) giovane sfollata dalla Spezia e uccisa dai militi della XMas tra le case del Borgallo il 15 giugno 1944. Emilio Frescati (79) e Bianca Guidi Tegardi contadina di 55 anni vengono fucilati dai tedeschi il 5 luglio 1944 in loc. Ca’ del Guelfo. L’ambulante di Mulazzo Bonaventura Bardotti (31) il 7 luglio cade sotto i colpi dei tedeschi mentre si sta dirigendo in val di Taro. Giuseppe Donini (80) il 17 luglio è falciato senza motivo da una raffica di mitra mentre da Navola si sta recando a Cadugo.

In loc. Lavacchio nei pressi di Fontana Gilente, nei pressi delle capanne d’alpeggio al confine con la valle del Taro, il 25 agosto 1944 soldati della “Monterosa” fucilano due uomini, padre e figlio, di Baselica di Guinadi: Giuseppe Lusardi (55) e Dorino Lusardi (24). I militari, durante un rastrellamento nella zona, avevano appiccato il fuoco alle cascine. I due, pensando che la zona fosse ormai sicura, tornarono verso la loro proprietà per spegnere l’incendio ma vengono sorpresi e uccisi. Il 21 gennaio 1945 Michele Bertucci contadino di 44 anni viene ucciso mentre torna a valle dalle capanne di Farfarà.

Un ruolo determinante nella lotta di Liberazione lo hanno avuto le donne dei tanti paesi che punteggiano la valle: sono state loro, vere e proprie “madri della montagna”, a sostenere i partigiani dividendo con loro il poco cibo disponibile, fornendo vestiario, medicinali e dando loro rifugio. Consapevoli che questa collaborazione poteva costare la vita.

Molte le vittime tra i partigiani e i civili. Il 3 aprile 1944, non lontano da Cervara, perde la vita Domenico Antolini, di Filattiera, milite fascista del btg “Mussolini”. Pochi giorni dopo, durante una spedizione punitiva contro la popolazione, sono uccisi due patrioti: Carlo Travaglini (32 anni) e Amedeo Beccari (44) entrambi del btg. “Picelli”; altri sedici uomini sono presi in ostaggio e imprigionati per alcuni giorni alla Spezia.

Il 12 settembre 1944 una pattuglia tedesca uccide Federico Pizzanelli (34), sorpreso mentre cercava di recuperare alcune parti di un aereo alleato precipitato due giorni prima nei pressi di Cervara.
Di Guinadi era Pietro Polesi (1926), partigiano “Giacosa”, ferito a morte a Casa Corvi pochi giorni prima della Liberazione nello scontro con i militari tedeschi del locale presidio. Decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Guinadi pianse anche la morte di altri due partigiani: Bruno Marioni aveva appena 17 anni quando venne ucciso in loc. Pianacce di Baselica nell’estate 1944; Luigi Marioni “Falco”, partigiano della I bgt Julia, morì il 9 novembre 1944 a Baselica di Pontolo.

Tra i civili morti nella valle si ricordano Carmela Fava (21 anni) giovane sfollata dalla Spezia e uccisa dai militi della XMas tra le case del Borgallo il 15 giugno 1944. Emilio Frescati (79) e Bianca Guidi Tegardi contadina di 55 anni vengono fucilati dai tedeschi il 5 luglio 1944 in loc. Ca’ del Guelfo. L’ambulante di Mulazzo Bonaventura Bardotti (31) il 7 luglio cade sotto i colpi dei tedeschi mentre si sta dirigendo in val di Taro. Giuseppe Donini (80) il 17 luglio è falciato senza motivo da una raffica di mitra mentre da Navola si sta recando a Cadugo.

In loc. Lavacchio nei pressi di Fontana Gilente, nei pressi delle capanne d’alpeggio al confine con la valle del Taro, il 25 agosto 1944 soldati della “Monterosa” fucilano due uomini, padre e figlio, di Baselica di Guinadi: Giuseppe Lusardi (55) e Dorino Lusardi (24). I militari, durante un rastrellamento nella zona, avevano appiccato il fuoco alle cascine. I due, pensando che la zona fosse ormai sicura, tornarono verso la loro proprietà per spegnere l’incendio ma vengono sorpresi e uccisi. Il 21 gennaio 1945 Michele Bertucci contadino di 44 anni viene ucciso mentre torna a valle dalle capanne di Farfarà.

Dalla foto in alta a sinistra e continuando in senso orario: Lago Verde di Cervara: il cippo con lapide a ricordo del ruolo delle donne a sostegno della Resistenza; il partigiano Carlo Travaglini; l’inaugurazione del monumento alla Resistenza nella Valle del Verde, in loc. Fontana Gilente, il 15 agosto 1980. Molti di loro sono partigiani.
Dalla foto in alta a sinistra e continuando in senso orario: Lago Verde di Cervara: il cippo con lapide a ricordo del ruolo delle donne a sostegno della Resistenza; il partigiano Carlo Travaglini; l’inaugurazione del monumento alla Resistenza nella Valle del Verde, in loc. Fontana Gilente, il 15 agosto 1980. Molti di loro sono partigiani.