Pontremoli

n.7

DONNE LUNGO LA CISA

DONNE LUNGO LA CISA

Viaggi lunghi e pericolosi alla ricerca di cibo per le famiglie

Viaggi lunghi e pericolosi alla ricerca di cibo per le famiglie

La strada della Cisa durante la Seconda Guerra Mondiale è stata percorsa da decine e decine di donne che dalle zone di costa risalivano la valle verso l’Emilia alla ricerca di cibo.

La strada della Cisa durante la Seconda Guerra Mondiale è stata percorsa da decine e decine di donne che dalle zone di costa risalivano la valle verso l’Emilia alla ricerca di cibo.

La Seconda guerra creò grossi problemi nell’approvvigionamento di generi alimentari, in particolare dopo l’8 settembre 1943, la situazione si fece insostenibile soprattutto in alcune zone come Carrara e Massa, dove non esisteva una produzione locale sufficiente a soddisfare le necessità di migliaia di persone: la popolazione soffriva letteralmente la fame. Per questo le donne, per le quali era più facile muoversi nel territorio, si attivarono per procurarsi il cibo in Pianura Padana, che con la sua produzione di grano offriva una possibilità di sopravvivenza.
Un viaggio lungo e pericoloso, soprattutto dopo il 1943 quando si dovevano superare i posti di blocco tedeschi e sfuggire ai frequenti bombardamenti alleati. Partivano a piedi, a piccoli gruppi per darsi aiuto e conforto, spingendo dei carretti, talvolta accompagnate da qualche bambino. La mancanza di denaro faceva sì che per pagare i prodotti portassero in cambio quanto di valore possedevano, per lo più oggetti del corredo di spose oppure di sacchetti di sale recuperato facendo bollire l’acqua del mare in qualche angolo più nascosto della spiaggia apuana. Tale estrazione era vietata ma il sale era un prodotto molto richiesto in Emilia in quanto indispensabile per la lavorazione del formaggio o la conservazione della carne di maiale.
Per anni nel dopoguerra lungo la Cisa si è conservato il ricordo di quelle file di donne affaticate che passavano da qui, non senza un certo timore per il rischio concreto di essere poi private furtivamente da qualche approfittatore di passaggio del risultato del loro viaggio, ma anche fiere del contributo che, sognando la fine guerra, con il loro sacrificio davano alla sopravvivenza delle loro famiglie.

La Seconda guerra creò grossi problemi nell’approvvigionamento di generi alimentari, in particolare dopo l’8 settembre 1943, la situazione si fece insostenibile soprattutto in alcune zone come Carrara e Massa, dove non esisteva una produzione locale sufficiente a soddisfare le necessità di migliaia di persone: la popolazione soffriva letteralmente la fame. Per questo le donne, per le quali era più facile muoversi nel territorio, si attivarono per procurarsi il cibo in Pianura Padana, che con la sua produzione di grano offriva una possibilità di sopravvivenza.
Un viaggio lungo e pericoloso, soprattutto dopo il 1943 quando si dovevano superare i posti di blocco tedeschi e sfuggire ai frequenti bombardamenti alleati. Partivano a piedi, a piccoli gruppi per darsi aiuto e conforto, spingendo dei carretti, talvolta accompagnate da qualche bambino. La mancanza di denaro faceva sì che per pagare i prodotti portassero in cambio quanto di valore possedevano, per lo più oggetti del corredo di spose oppure di sacchetti di sale recuperato facendo bollire l’acqua del mare in qualche angolo più nascosto della spiaggia apuana. Tale estrazione era vietata ma il sale era un prodotto molto richiesto in Emilia in quanto indispensabile per la lavorazione del formaggio o la conservazione della carne di maiale.
Per anni nel dopoguerra lungo la Cisa si è conservato il ricordo di quelle file di donne affaticate che passavano da qui, non senza un certo timore per il rischio concreto di essere poi private furtivamente da qualche approfittatore di passaggio del risultato del loro viaggio, ma anche fiere del contributo che, sognando la fine guerra, con il loro sacrificio davano alla sopravvivenza delle loro famiglie.

Testimonianze tratte dal Museo Audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo: Lino Rovetti, Anna Maria Vignolini, Pietro Del Giudice.
Testimonianze tratte dal Museo Audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo: Lino Rovetti, Anna Maria Vignolini, Pietro Del Giudice.