LA RESISTENZA A TRESANA
LA RESISTENZA A TRESANA
Uno snodo strategico tra la Val di Magra e la Val di Vara
Uno snodo strategico tra la Val di Magra e la Val di Vara
Il territorio di Tresana riveste una particolare importanza nel periodo della lotta di Liberazione, in virtù della sua posizione di snodo strategico nello spartiacque tra la Val di Magra e la Val di Vara. Qui troveranno riparo i primi nuclei dei partigiani della Brigata Garibaldi “Ugo Muccini” e, in seguito, del Battaglione GL "Val di Vara".
Il territorio di Tresana riveste una particolare importanza nel periodo della lotta di Liberazione, in virtù della sua posizione di snodo strategico nello spartiacque tra la Val di Magra e la Val di Vara. Qui troveranno riparo i primi nuclei dei partigiani della Brigata Garibaldi “Ugo Muccini” e, in seguito, del Battaglione GL "Val di Vara".

Nel mese di agosto del 1943, solo poche settimane dalla firma dell’armistizio da parte dell’Italia, l’8 settembre 1943, reparti britannici vengono paracadutati vicino a Barbarasco, con il compito di sabotare la linea ferroviaria transappenninica e limitare il flusso di rifornimenti dalla Germania alle truppe in Italia.
Alla fine del 1943 in località Ca’ Trambacco di Tresana si trasferiscono due gruppi che costituiranno il primo nucleo della nascente Brigata Garibaldi “Ugo Muccini”, quello dei sarzanesi (che ha per commissario politico Paolino Ranieri «Andrea») e quello di partigiani provenienti da Santo Stefano Magra (guidati da Primo Battistini «Tullio»). Lo spostamento nel comune di Tresana si era reso necessario, perché gli attacchi contro i fascisti sarzanesi li avevano orami troppo esposti al pericolo delle rappresaglie. Tuttavia dal Trambacco continueranno ad organizzare azioni gappistiche, soprattutto verso la città di Sarzana e dopo poco anche questa zona diventò poco sicura. Così a gennaio il gruppo si divise: i sarzanesi decisero di rifugiarsi dapprima a Zerla di Albareto (Parma), a nord del monte Gottero e poi di nuovo a Popetto di Tresana e, in seguito, a Vallecchia, sopra Castelnuovo Magra. Gli uomini rimasti a Trambacco e capeggiati da «Tullio» si spostarono più in alto alle Prede Bianche, valico tra Val di Magra e Val di Vara, al confine con Calice al Cornoviglio. In questa località, il 30 gennaio 1944, l’intero gruppo venne accerchiato da una cinquantina di nazifascisti. Riuscirono a salvarsi dalla cattura e dalla morte certa solo grazie al temerario intervento di «Tullio» e all’espediente dell’ultima sigaretta. I due gruppi della futura Brigata “Ugo Muccini” lasciarono definitivamente il territorio a marzo del 1944. Tresana successivamente cadrà nella sfera d’influenza della Colonna Giustizia e Libertà, attestata nella zona di Calice al Cornoviglio, e più precisamente del Battaglione “Val di Vara”, comandato da Daniele Bucchioni “Dany”, che aveva il comando a Villagrossa di Calice, a poca distanza dal valico che conduce all’area del Comune di Tresana.
Gli scontri tra formazioni partigiane e truppe nazifasciste hanno esiti spesso infausti, con conseguenze anche per la popolazione civile; numerosi sono i rastrellamenti, le rappresaglie e le razzie ai danni di civili inermi. I mesi peggiori sono quelli tra giugno e settembre del 1944, quando avvengono eccidi efferati in molte località del territorio, come a Tavella, a Careggia e a Novegigola. A Tavella di Giovagallo, dopo l’ennesimo rastrellamento, il 22 agosto 1944 vengono uccisi Manlio Antoniotti, 50 anni, Guglielmo Giannetti, 45 anni, Antonio Boni, 38 anni, civili che non appartengono ad alcuna formazione partigiana. Anche nel mese di ottobre 1944 la zona è colpita da un esteso rastrellamento messo in opera da reparti di alpini della Monterosa, della X MAS, di Brigate Nere, di tedeschi e mongoli. Si delinea una potente manovra a tenaglia che ha come obiettivo principale il controllo del territorio di Calice al Cornoviglio; una delle direttrici d’attacco parte da Tresana e Mulazzo l’8 ottobre e vede impegnate nella difesa la I Compagnia del Battaglione GL “Val di Vara”, il Battaglione “Picelli” e la Brigata “Vanni”, con il Distaccamento di Case Carzachi e una Squadra che stava sul Monte Alpicella. Negli scontri dell’8 ottobre 1944 perdono la vita molti partigiani della “Vanni”, Brigata “Gramsci”, tra i quali Nelmo Bancalari, giovane esponente del Fronte della Gioventù spezzino, ricordato da un cippo posizionato vicino ai resti del castello di Giovagallo. Il 19 febbraio 1945 vengono uccisi a Novegigola i patrioti Enrico Garavelli, 45 anni, e Ciro Rossi «Sandochan», durante la ricognizione del territorio da parte delle Brigate Nere e militi repubblichini, a causa dei quali muore anche il parroco don Carlo Beghè, il 2 marzo. A Careggia il 18 gennaio 1945, nel contesto di un’azione del Battaglione “Val di Vara”, sono uccisi i partigiani Michele Esposito, 38 anni e Luigi Vega, 25 anni, mentre un terzo partigiano, Alcide Paita, di 19 anni, viene ferito, catturato e portato alla Spezia e recluso nella famigerata Caserma del XXI Reggimento Fanteria. Verrà in seguito ucciso per rappresaglia a Pian di Follo, il 15 febbraio 1945, insieme ad altri tre partigiani prelevati dal carcere spezzino: Sante Gattoronchieri, Vasco Pieracci e Albino Pietrapiana. Tra i partigiani di Tresana caduti si ricordano Stelio Giacopelli, caduto in località Prede Bianche, il 23 aprile 1944 e Orlando Orlandi, ucciso a Monte Corneto di Zeri il 3 agosto 1944. I partigiani della “Val di Vara” nonostante le enormi difficoltà riescono a tenere le loro posizioni, pur con gravi perdite, e finalmente il 27 aprile 1945 il territorio comunale viene liberato; da quel momento il CLN provinciale assume le funzioni di Giunta provvisoria del Governo e viene nominato sindaco del Comune di Tresana Giuseppe Brunetti, che rimane in carica fino alle elezioni del 1946.
Nel mese di agosto del 1943, solo poche settimane dalla firma dell’armistizio da parte dell’Italia, l’8 settembre 1943, reparti britannici vengono paracadutati vicino a Barbarasco, con il compito di sabotare la linea ferroviaria transappenninica e limitare il flusso di rifornimenti dalla Germania alle truppe in Italia.
Alla fine del 1943 in località Ca’ Trambacco di Tresana si trasferiscono due gruppi che costituiranno il primo nucleo della nascente Brigata Garibaldi “Ugo Muccini”, quello dei sarzanesi (che ha per commissario politico Paolino Ranieri «Andrea») e quello di partigiani provenienti da Santo Stefano Magra (guidati da Primo Battistini «Tullio»). Lo spostamento nel comune di Tresana si era reso necessario, perché gli attacchi contro i fascisti sarzanesi li avevano orami troppo esposti al pericolo delle rappresaglie. Tuttavia dal Trambacco continueranno ad organizzare azioni gappistiche, soprattutto verso la città di Sarzana e dopo poco anche questa zona diventò poco sicura. Così a gennaio il gruppo si divise: i sarzanesi decisero di rifugiarsi dapprima a Zerla di Albareto (Parma), a nord del monte Gottero e poi di nuovo a Popetto di Tresana e, in seguito, a Vallecchia, sopra Castelnuovo Magra. Gli uomini rimasti a Trambacco e capeggiati da «Tullio» si spostarono più in alto alle Prede Bianche, valico tra Val di Magra e Val di Vara, al confine con Calice al Cornoviglio. In questa località, il 30 gennaio 1944, l’intero gruppo venne accerchiato da una cinquantina di nazifascisti. Riuscirono a salvarsi dalla cattura e dalla morte certa solo grazie al temerario intervento di «Tullio» e all’espediente dell’ultima sigaretta. I due gruppi della futura Brigata “Ugo Muccini” lasciarono definitivamente il territorio a marzo del 1944. Tresana successivamente cadrà nella sfera d’influenza della Colonna Giustizia e Libertà, attestata nella zona di Calice al Cornoviglio, e più precisamente del Battaglione “Val di Vara”, comandato da Daniele Bucchioni “Dany”, che aveva il comando a Villagrossa di Calice, a poca distanza dal valico che conduce all’area del Comune di Tresana.
Gli scontri tra formazioni partigiane e truppe nazifasciste hanno esiti spesso infausti, con conseguenze anche per la popolazione civile; numerosi sono i rastrellamenti, le rappresaglie e le razzie ai danni di civili inermi. I mesi peggiori sono quelli tra giugno e settembre del 1944, quando avvengono eccidi efferati in molte località del territorio, come a Tavella, a Careggia e a Novegigola. A Tavella di Giovagallo, dopo l’ennesimo rastrellamento, il 22 agosto 1944 vengono uccisi Manlio Antoniotti, 50 anni, Guglielmo Giannetti, 45 anni, Antonio Boni, 38 anni, civili che non appartengono ad alcuna formazione partigiana. Anche nel mese di ottobre 1944 la zona è colpita da un esteso rastrellamento messo in opera da reparti di alpini della Monterosa, della X MAS, di Brigate Nere, di tedeschi e mongoli. Si delinea una potente manovra a tenaglia che ha come obiettivo principale il controllo del territorio di Calice al Cornoviglio; una delle direttrici d’attacco parte da Tresana e Mulazzo l’8 ottobre e vede impegnate nella difesa la I Compagnia del Battaglione GL “Val di Vara”, il Battaglione “Picelli” e la Brigata “Vanni”, con il Distaccamento di Case Carzachi e una Squadra che stava sul Monte Alpicella. Negli scontri dell’8 ottobre 1944 perdono la vita molti partigiani della “Vanni”, Brigata “Gramsci”, tra i quali Nelmo Bancalari, giovane esponente del Fronte della Gioventù spezzino, ricordato da un cippo posizionato vicino ai resti del castello di Giovagallo. Il 19 febbraio 1945 vengono uccisi a Novegigola i patrioti Enrico Garavelli, 45 anni, e Ciro Rossi «Sandochan», durante la ricognizione del territorio da parte delle Brigate Nere e militi repubblichini, a causa dei quali muore anche il parroco don Carlo Beghè, il 2 marzo. A Careggia il 18 gennaio 1945, nel contesto di un’azione del Battaglione “Val di Vara”, sono uccisi i partigiani Michele Esposito, 38 anni e Luigi Vega, 25 anni, mentre un terzo partigiano, Alcide Paita, di 19 anni, viene ferito, catturato e portato alla Spezia e recluso nella famigerata Caserma del XXI Reggimento Fanteria. Verrà in seguito ucciso per rappresaglia a Pian di Follo, il 15 febbraio 1945, insieme ad altri tre partigiani prelevati dal carcere spezzino: Sante Gattoronchieri, Vasco Pieracci e Albino Pietrapiana. Tra i partigiani di Tresana caduti si ricordano Stelio Giacopelli, caduto in località Prede Bianche, il 23 aprile 1944 e Orlando Orlandi, ucciso a Monte Corneto di Zeri il 3 agosto 1944. I partigiani della “Val di Vara” nonostante le enormi difficoltà riescono a tenere le loro posizioni, pur con gravi perdite, e finalmente il 27 aprile 1945 il territorio comunale viene liberato; da quel momento il CLN provinciale assume le funzioni di Giunta provvisoria del Governo e viene nominato sindaco del Comune di Tresana Giuseppe Brunetti, che rimane in carica fino alle elezioni del 1946.