L’UCCISIONE DI 3 CIVILI A TAVELLA 22 AGOSTO 1944
L’UCCISIONE DI 3 CIVILI A TAVELLA 22 AGOSTO 1944
Un episodio di guerra ai civili a Giovagallo
Un episodio di guerra ai civili a Giovagallo
Manlio Antoniotti, Guglielmo Giannetti, Antonio Boni vennero uccisi durante un rastrellamento nazifascista
Manlio Antoniotti, Guglielmo Giannetti, Antonio Boni vennero uccisi durante un rastrellamento nazifascista

Il territorio del Comune di Tresana, nel più ampio contesto delle operazioni di controllo dell’area della Lunigiana messo in atto dalle truppe nazifasciste tra giugno e settembre del 1944, viene duramente colpito da azioni repressive contro le formazioni partigiane e la popolazione civile. Le squadre nazifasciste attuano rastrellamenti di civili inermi, seguiti da rappresaglie e uccisioni indiscriminate, allo scopo di terrorizzare la popolazione e di allentare la rete di sostegno ai partigiani. Il 22 agosto del 1944 Tavella subisce per la terza volta consecutiva un rastrellamento (nei due precedenti i tedeschi avevano incendiato diverse case del paese). Gli abitanti vengono radunati in piazza e tenuti sotto il tiro di mitragliatrici; tra di essi ci sono anche donne e bambini, divisi dagli uomini. Vengono scelti arbitrariamente Manlio Antoniotti, 50 anni, Guglielmo Giannetti, 45 anni, Antonio Boni, 38 anni, civili che non appartengono ad alcuna formazione partigiana, e dopo averli portati sulla sponda destra del canale della Fratta, appena sopra il paese, vengono uccisi dai fascisti che accompagnano i tedeschi. Nel luogo dove si è consumato l’eccidio (a circa 200 metri dal presente cartello) è stato collocato un cippo commemorativo, il quale, riprendendo la frase udita da un testimone: «laviamoci le mani sporche di sangue nel fiume», riporta la seguente dicitura: «Le acque arrossate dal sangue di questi martiri testimonino ai posteri il nefando delitto».
Il territorio del Comune di Tresana, nel più ampio contesto delle operazioni di controllo dell’area della Lunigiana messo in atto dalle truppe nazifasciste tra giugno e settembre del 1944, viene duramente colpito da azioni repressive contro le formazioni partigiane e la popolazione civile. Le squadre nazifasciste attuano rastrellamenti di civili inermi, seguiti da rappresaglie e uccisioni indiscriminate, allo scopo di terrorizzare la popolazione e di allentare la rete di sostegno ai partigiani. Il 22 agosto del 1944 Tavella subisce per la terza volta consecutiva un rastrellamento (nei due precedenti i tedeschi avevano incendiato diverse case del paese). Gli abitanti vengono radunati in piazza e tenuti sotto il tiro di mitragliatrici; tra di essi ci sono anche donne e bambini, divisi dagli uomini. Vengono scelti arbitrariamente Manlio Antoniotti, 50 anni, Guglielmo Giannetti, 45 anni, Antonio Boni, 38 anni, civili che non appartengono ad alcuna formazione partigiana, e dopo averli portati sulla sponda destra del canale della Fratta, appena sopra il paese, vengono uccisi dai fascisti che accompagnano i tedeschi. Nel luogo dove si è consumato l’eccidio (a circa 200 metri dal presente cartello) è stato collocato un cippo commemorativo, il quale, riprendendo la frase udita da un testimone: «laviamoci le mani sporche di sangue nel fiume», riporta la seguente dicitura: «Le acque arrossate dal sangue di questi martiri testimonino ai posteri il nefando delitto».