LA RESISTENZA A ZERI
LA RESISTENZA A ZERI
Venti mesi per la libertà
Venti mesi per la libertà
Zeri è tra i Comuni che hanno avuto un più lungo coinvolgimento nella Lotta di Liberazione, dando un contributo rilevante alla Resistenza. Ma è anche territorio che per questo ha pagato un alto prezzo in vittime, tra civili e partigiani, e con la distruzione di numerosi paesi.
Zeri è tra i Comuni che hanno avuto un più lungo coinvolgimento nella Lotta di Liberazione, dando un contributo rilevante alla Resistenza. Ma è anche territorio che per questo ha pagato un alto prezzo in vittime, tra civili e partigiani, e con la distruzione di numerosi paesi.

La popolazione di Zeri offrì “generosamente tutta l’ospitalità di cui era capace a migliaia di persone, fra cui molti prigionieri alleati, la cui protezione costituiva un rischio mortale. In più occasioni non esitò ad impugnare le armi per difendere il proprio territorio dai nazi-fascisti e aiutare i partigiani della zona, subendo così violente rappresaglie, deportazioni e rovine […]”. (motivazione della Medaglia di Bronzo assegnata nel 1994).
Un’area periferica dove confluirono migliaia di uomini per combattere contro il nazifascismo: militari italiani scampati alla cattura; soldati degli eserciti alleati fuggiti dai campi di prigionia; giovani renitenti alla chiamata di leva della RSI e arrivati anche dalle provincie vicine; antifascisti in fuga dalla repressione politica fascista.
Il territorio si riteneva relativamente sicuro fino al rastrellamento del 3 e 4 agosto 1944: una grande operazione contro la popolazione, messa in atto da centinaia e centinaia di militari tedeschi e militi fascisti e dalle conseguenze terribili con la deliberata distruzione di interi paesi, le razzie del bestiame, una trentina di civili uccisi tra i quali due sacerdoti, decine di partigiani fucilati, centinaia di case bruciate. Altro evento drammatico fu il rastrellamento del 20 e 21 gennaio 1945 dove al nemico nazifascista si affiancarono il gelo dell’inverno e la neve caduta abbondante; anche in quei giorni ci furono numerosi morti.
Operazioni spietate, con le quali si volevano colpire i partigiani e fiaccare l’animo della gente della montagna, che in maggioranza sosteneva la Resistenza condividendo gli scarsi generi alimentari, mettendo a disposizione capi di vestiario, medicinali e offrendo rifugio ai militari stranieri fuggiti dalla prigionia.
Alcune vittime della furia nazifascista
Prospero Castelletto “Baciccia” (18.06.1906 – 21.01.1945) – Nato a Camogli (GE), dopo l’8 settembre collabora al trasporto in Corsica di militari alleati fuggiti dai campi di prigionia. Ripara sulle montagne tra Zignago e Zeri, ha incarichi di grande responsabilità nelle formazioni di “Giustizia e Libertà”. Catturato nel rastrellamento del gennaio ’45 viene ucciso nei pressi della cascata della Colombara durante un disperato tentativo di fuga.
Aristide Galantini (06.01.1921 – 12.04.1944) – Spezzino di Campiglia, marinaio in congedo e partigiano di “Giustizia e Libertà”, nella primavera del 1944 è a Chiesa di Rossano quando viene fermato dalle Brigate Nere. Tenta la fuga ma Galantini è colpito nei pressi delle prime case: a terra, ferito, viene finito con una fucilata in pieno volto.
Ermanno Gindoli (30.03.1919 – 12.04.1945) – Spezzino di Riccò del Golfo, partigiano di “Giustizia e Libertà”, comandante del battaglione “Zignago” di stanza a Montelama. Nella notte fra il 10 e l’11 aprile con i suoi uomini occupa Brugnato; con altri due compagni assalta un’autocolonna, ma vengono uccisi dai militari tedeschi. Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Don Eugenio Grigoletti (02.08.1870 – 03.08.1944) – Nato a Coloretta, è parroco di Adelano da quarantacinque anni; anziano, aiuta tutti, anche i giovani “ribelli” che sono su quei monti. Durante il rastrellamento del 3 agosto i nazisti lo trovano in canonica e lo uccidono gettando poi il cadavere nella cantina sottostante.
Albina Guerisoli (1889 – 16.09.1944) – È l’emblema della disumanità e delle violenze contro le donne che, con il loro coraggio, hanno svolto un ruolo fondamentale nella Resistenza. Arrestata per aver macellato un capo di bestiame sottraendolo all’ammasso imposto dal regime fascista, è incarcerata a Massa e fucilata alle Fosse del Frigido con altre 158 persone.
Casimiro Malachina (07.06.1902 – 1944) – Emigrato in Inghilterra e in Francia alla ricerca di lavoro, parte per la Spagna e si arruola nelle Brigate Internazionali antifasciste. Al termine della Guerra Civile Spagnola rientra in Italia ma è arrestato e condannato al confino a Ventotene. Dopo la caduta del fascismo torna a Zeri ed è tra i primi ad organizzare la Resistenza in loco. Muore nel 1944 in circostanze mai chiarite.
Don Angelo Quiligotti (18.01.1881 – 04.08.1944) – Nato a Coloretta, insegnante, direttore del Ginnasio Vescovile di Pontremoli, trascorreva l’estate nella casa di famiglia. Con il rastrellamento cercò riparo nella zona del Monte Gottero ma, con altri cinque uomini, fu intercettato da una pattuglia tedesca. Il gruppo venne fucilato sul posto.
Antonino “Nino” Siligato (03.12.1920 – 20.01.1945) – Siciliano, nel gennaio 1944 diserta dalla base della Marina Militare della Spezia e si unisce alla brigata “Cento Croci”. Il 20 gennaio, appena rientrato, con i suoi uomini, da una missione di sabotaggio è a Codolo Chiesa quando, in uno scontro a fuoco, muore insieme ad altri partigiani. Medaglia d’Oro al Valor Militare.
La popolazione di Zeri offrì “generosamente tutta l’ospitalità di cui era capace a migliaia di persone, fra cui molti prigionieri alleati, la cui protezione costituiva un rischio mortale. In più occasioni non esitò ad impugnare le armi per difendere il proprio territorio dai nazi-fascisti e aiutare i partigiani della zona, subendo così violente rappresaglie, deportazioni e rovine […]”. (motivazione della Medaglia di Bronzo assegnata nel 1994).
Un’area periferica dove confluirono migliaia di uomini per combattere contro il nazifascismo: militari italiani scampati alla cattura; soldati degli eserciti alleati fuggiti dai campi di prigionia; giovani renitenti alla chiamata di leva della RSI e arrivati anche dalle provincie vicine; antifascisti in fuga dalla repressione politica fascista.
Il territorio si riteneva relativamente sicuro fino al rastrellamento del 3 e 4 agosto 1944: una grande operazione contro la popolazione, messa in atto da centinaia e centinaia di militari tedeschi e militi fascisti e dalle conseguenze terribili con la deliberata distruzione di interi paesi, le razzie del bestiame, una trentina di civili uccisi tra i quali due sacerdoti, decine di partigiani fucilati, centinaia di case bruciate. Altro evento drammatico fu il rastrellamento del 20 e 21 gennaio 1945 dove al nemico nazifascista si affiancarono il gelo dell’inverno e la neve caduta abbondante; anche in quei giorni ci furono numerosi morti.
Operazioni spietate, con le quali si volevano colpire i partigiani e fiaccare l’animo della gente della montagna, che in maggioranza sosteneva la Resistenza condividendo gli scarsi generi alimentari, mettendo a disposizione capi di vestiario, medicinali e offrendo rifugio ai militari stranieri fuggiti dalla prigionia.
Alcune vittime della furia nazifascista
Prospero Castelletto “Baciccia” (18.06.1906 – 21.01.1945) – Nato a Camogli (GE), dopo l’8 settembre collabora al trasporto in Corsica di militari alleati fuggiti dai campi di prigionia. Ripara sulle montagne tra Zignago e Zeri, ha incarichi di grande responsabilità nelle formazioni di “Giustizia e Libertà”. Catturato nel rastrellamento del gennaio ’45 viene ucciso nei pressi della cascata della Colombara durante un disperato tentativo di fuga.
Aristide Galantini (06.01.1921 – 12.04.1944) – Spezzino di Campiglia, marinaio in congedo e partigiano di “Giustizia e Libertà”, nella primavera del 1944 è a Chiesa di Rossano quando viene fermato dalle Brigate Nere. Tenta la fuga ma Galantini è colpito nei pressi delle prime case: a terra, ferito, viene finito con una fucilata in pieno volto.
Ermanno Gindoli (30.03.1919 – 12.04.1945) – Spezzino di Riccò del Golfo, partigiano di “Giustizia e Libertà”, comandante del battaglione “Zignago” di stanza a Montelama. Nella notte fra il 10 e l’11 aprile con i suoi uomini occupa Brugnato; con altri due compagni assalta un’autocolonna, ma vengono uccisi dai militari tedeschi. Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Don Eugenio Grigoletti (02.08.1870 – 03.08.1944) – Nato a Coloretta, è parroco di Adelano da quarantacinque anni; anziano, aiuta tutti, anche i giovani “ribelli” che sono su quei monti. Durante il rastrellamento del 3 agosto i nazisti lo trovano in canonica e lo uccidono gettando poi il cadavere nella cantina sottostante.
Albina Guerisoli (1889 – 16.09.1944) – È l’emblema della disumanità e delle violenze contro le donne che, con il loro coraggio, hanno svolto un ruolo fondamentale nella Resistenza. Arrestata per aver macellato un capo di bestiame sottraendolo all’ammasso imposto dal regime fascista, è incarcerata a Massa e fucilata alle Fosse del Frigido con altre 158 persone.
Casimiro Malachina (07.06.1902 – 1944) – Emigrato in Inghilterra e in Francia alla ricerca di lavoro, parte per la Spagna e si arruola nelle Brigate Internazionali antifasciste. Al termine della Guerra Civile Spagnola rientra in Italia ma è arrestato e condannato al confino a Ventotene. Dopo la caduta del fascismo torna a Zeri ed è tra i primi ad organizzare la Resistenza in loco. Muore nel 1944 in circostanze mai chiarite.
Don Angelo Quiligotti (18.01.1881 – 04.08.1944) – Nato a Coloretta, insegnante, direttore del Ginnasio Vescovile di Pontremoli, trascorreva l’estate nella casa di famiglia. Con il rastrellamento cercò riparo nella zona del Monte Gottero ma, con altri cinque uomini, fu intercettato da una pattuglia tedesca. Il gruppo venne fucilato sul posto.
Antonino “Nino” Siligato (03.12.1920 – 20.01.1945) – Siciliano, nel gennaio 1944 diserta dalla base della Marina Militare della Spezia e si unisce alla brigata “Cento Croci”. Il 20 gennaio, appena rientrato, con i suoi uomini, da una missione di sabotaggio è a Codolo Chiesa quando, in uno scontro a fuoco, muore insieme ad altri partigiani. Medaglia d’Oro al Valor Militare.

