Zeri

n.2

LA RESISTENZA A ROSSANO

LA RESISTENZA A ROSSANO

Venti mesi per la libertà

Venti mesi per la libertà

La valle di Rossano ha subito feroci rastrellamenti, uccisioni e distruzioni. Qui erano di stanza il Battaglione Internazionale del magg. Gordon Lett e altre formazioni partigiane supportate dalla popolazione locale

La valle di Rossano ha subito feroci rastrellamenti, uccisioni e distruzioni. Qui erano di stanza il Battaglione Internazionale del magg. Gordon Lett e altre formazioni partigiane supportate dalla popolazione locale

L’organizzazione delle formazioni partigiane e gli avvenimenti che hanno caratterizzato i venti mesi dell’occupazione nazifascista nella valle di Rossano sono stati centrali nella guerra di Liberazione dell’alta Lunigiana.
Qui, alla fine dell’estate 1943, con altri due militari inglesi, arrivò il maggiore Gordon Lett, fuggito il 10 settembre dal campo di prigionia di Veano (PC); impossibilitati a raggiungere Pontremoli per la presenza di un forte contingente tedesco, trovarono ospitalità a Chiesa di Rossano, aiutati da alcune famiglie. In seguito furono raggiunti da altri militari alleati; il maggiore inglese, su richiesta del CLN di Genova, iniziò ben presto ad organizzare una formazione partigiana composta in maggioranza da militari dell’esercito di Sua Maestà Britannica. Nasceva così il “Battaglione Internazionale” che da lì alla Liberazione fu impegnato in numerose azioni di sabotaggio, nella programmazione dei lanci alleati oltre che nella difficile organizzazione dell’attraversamento della Linea Gotica, il fronte di guerra che si trovava sulle coste della Versilia, a decine di chilometri di distanza.
A Chiesa di Rossano aveva sede il Comando, ospitato nel Palazzo Schiavi, dove era anche un servizio medico e un grosso deposito di armi e munizioni paracadutati di volta in volta dagli Alleati. L’edificio sarebbe stato distrutto durante il rastrellamento nazifascista del 3 e 4 agosto 1944. Quella vasta operazione militare nemica provocò così tante vittime, tra i civili e i partigiani, e tanta distruzione nei paesi, che Gordon Lett, pochi anni dopo la fine della guerra, avrebbe titolato “Vallata in fiamme” il primo dei suoi libri dedicati alla sua lunga permanenza a Rossano.
Secondo i dati resi noti dallo stesso Gordon Lett, in totale furono 448 i militari alleati che, in tempi e per periodi diversi, fecero parte del “Battaglione Internazionale”: oltre a quelli dei Paesi dell’Impero Britannico, anche Americani, Polacchi, Jugoslavi, Russi, Francesi, Olandesi e Belgi. A Rossano, sul monte Picchiara, venne organizzato un campo per accogliere i lanci: armamenti, apparecchiature ricetrasmittenti, vestiario, generi alimentari e quanto altro fosse necessario; la zona inoltre fu punto di partenza per missioni alle quali parteciparono militari paracadutati allo scopo.
Negli ultimi mesi di guerra fu molto stretto il rapporto fra il maggiore inglese e il vescovo di Pontremoli, mons. Giovanni Sismondo. I due si incontrarono più volte e rimasero in contatto fino alla fine del conflitto attraverso i messaggi che si scambiavano grazie alle staffette partigiane. In particolare mons. Sismondo chiese al maggiore di far cessare le missioni alleate che bombardavano di frequente Pontremoli; Gordon Lett accettò in cambio di informazioni dettagliate circa il posizionamento delle postazioni tedesche nei pressi della città.

Il rastrellamento del 3 e 4 agosto 1944
Il terribile rastrellamento dei primi giorni dell’agosto 1944 aveva causato la distruzione di gran parte delle case dei paesi della valle di Rossano. Case e cascine date alle fiamme o fatte saltare in aria con esplosivi, altre ancora centrate dai colpi di mortai sparati dalle colline circostanti. Progettato quale azione antipartigiana, provocò la morte di almeno venti persone, in gran parte tra la popolazione civile, contro la quale i nazifascisti, dilagati in gran numero tra i paesi della valle, si accanirono con inaudita violenza.

La missione Galia
Il 30 dicembre 1944 un aereo alleato si schiantò al suolo nei pressi della località La Dolce, probabilmente a causa di una forte turbolenza. I sette militari dell‘equipaggio a bordo del C47 A Douglas decollato da Malignano (SI) morirono nell’incidente e furono temporaneamente sepolti il 1° gennaio 1945 nel cimitero di Rossano Chiesa. Nel pomeriggio di quello stesso giorno a sud ovest comparirono altri sei C47 scortati da alcuni caccia: da quegli aerei, giunti sopra il paese, si lanciò un folto gruppo di paracadutisti alleati. Un “commandos” al quale erano state affidate una serie di azioni di sabotaggio lungo le vie di comunicazione del fondovalle della Lunigiana contro le truppe nazifasciste da mettere in atto con il supporto dei partigiani locali.

Le medaglie di Re Giorgio VI
La Medaglia di Re Giorgio VI è un alto riconoscimento conferito in un numero limitato di casi a persone che nei venti mesi di presenza inglese sul fronte italiano hanno collaborato in modo determinante con i militari di Sua Maestà Britannica, spesso salvando loro la vita. Due delle 160 onorificenze assegnate in Italia sono andate ad altrettante famiglie di Rossano: quelle di Tarquinio Delucchi e di Luigi Tognarelli con il figlio Giovanni. In particolare per la eccezionale collaborazione assicurata dai componenti di quei nuclei familiari che per mesi hanno nascosto, mantenuto e aiutato i militari inglesi che di volta in volta arrivavano nello Zerasco.

L’organizzazione delle formazioni partigiane e gli avvenimenti che hanno caratterizzato i venti mesi dell’occupazione nazifascista nella valle di Rossano sono stati centrali nella guerra di Liberazione dell’alta Lunigiana.
Qui, alla fine dell’estate 1943, con altri due militari inglesi, arrivò il maggiore Gordon Lett, fuggito il 10 settembre dal campo di prigionia di Veano (PC); impossibilitati a raggiungere Pontremoli per la presenza di un forte contingente tedesco, trovarono ospitalità a Chiesa di Rossano, aiutati da alcune famiglie. In seguito furono raggiunti da altri militari alleati; il maggiore inglese, su richiesta del CLN di Genova, iniziò ben presto ad organizzare una formazione partigiana composta in maggioranza da militari dell’esercito di Sua Maestà Britannica. Nasceva così il “Battaglione Internazionale” che da lì alla Liberazione fu impegnato in numerose azioni di sabotaggio, nella programmazione dei lanci alleati oltre che nella difficile organizzazione dell’attraversamento della Linea Gotica, il fronte di guerra che si trovava sulle coste della Versilia, a decine di chilometri di distanza.
A Chiesa di Rossano aveva sede il Comando, ospitato nel Palazzo Schiavi, dove era anche un servizio medico e un grosso deposito di armi e munizioni paracadutati di volta in volta dagli Alleati. L’edificio sarebbe stato distrutto durante il rastrellamento nazifascista del 3 e 4 agosto 1944. Quella vasta operazione militare nemica provocò così tante vittime, tra i civili e i partigiani, e tanta distruzione nei paesi, che Gordon Lett, pochi anni dopo la fine della guerra, avrebbe titolato “Vallata in fiamme” il primo dei suoi libri dedicati alla sua lunga permanenza a Rossano.
Secondo i dati resi noti dallo stesso Gordon Lett, in totale furono 448 i militari alleati che, in tempi e per periodi diversi, fecero parte del “Battaglione Internazionale”: oltre a quelli dei Paesi dell’Impero Britannico, anche Americani, Polacchi, Jugoslavi, Russi, Francesi, Olandesi e Belgi. A Rossano, sul monte Picchiara, venne organizzato un campo per accogliere i lanci: armamenti, apparecchiature ricetrasmittenti, vestiario, generi alimentari e quanto altro fosse necessario; la zona inoltre fu punto di partenza per missioni alle quali parteciparono militari paracadutati allo scopo.
Negli ultimi mesi di guerra fu molto stretto il rapporto fra il maggiore inglese e il vescovo di Pontremoli, mons. Giovanni Sismondo. I due si incontrarono più volte e rimasero in contatto fino alla fine del conflitto attraverso i messaggi che si scambiavano grazie alle staffette partigiane. In particolare mons. Sismondo chiese al maggiore di far cessare le missioni alleate che bombardavano di frequente Pontremoli; Gordon Lett accettò in cambio di informazioni dettagliate circa il posizionamento delle postazioni tedesche nei pressi della città.

Il rastrellamento del 3 e 4 agosto 1944
Il terribile rastrellamento dei primi giorni dell’agosto 1944 aveva causato la distruzione di gran parte delle case dei paesi della valle di Rossano. Case e cascine date alle fiamme o fatte saltare in aria con esplosivi, altre ancora centrate dai colpi di mortai sparati dalle colline circostanti. Progettato quale azione antipartigiana, provocò la morte di almeno venti persone, in gran parte tra la popolazione civile, contro la quale i nazifascisti, dilagati in gran numero tra i paesi della valle, si accanirono con inaudita violenza.

La missione Galia
Il 30 dicembre 1944 un aereo alleato si schiantò al suolo nei pressi della località La Dolce, probabilmente a causa di una forte turbolenza. I sette militari dell‘equipaggio a bordo del C47 A Douglas decollato da Malignano (SI) morirono nell’incidente e furono temporaneamente sepolti il 1° gennaio 1945 nel cimitero di Rossano Chiesa. Nel pomeriggio di quello stesso giorno a sud ovest comparirono altri sei C47 scortati da alcuni caccia: da quegli aerei, giunti sopra il paese, si lanciò un folto gruppo di paracadutisti alleati. Un “commandos” al quale erano state affidate una serie di azioni di sabotaggio lungo le vie di comunicazione del fondovalle della Lunigiana contro le truppe nazifasciste da mettere in atto con il supporto dei partigiani locali.

Le medaglie di Re Giorgio VI
La Medaglia di Re Giorgio VI è un alto riconoscimento conferito in un numero limitato di casi a persone che nei venti mesi di presenza inglese sul fronte italiano hanno collaborato in modo determinante con i militari di Sua Maestà Britannica, spesso salvando loro la vita. Due delle 160 onorificenze assegnate in Italia sono andate ad altrettante famiglie di Rossano: quelle di Tarquinio Delucchi e di Luigi Tognarelli con il figlio Giovanni. In particolare per la eccezionale collaborazione assicurata dai componenti di quei nuclei familiari che per mesi hanno nascosto, mantenuto e aiutato i militari inglesi che di volta in volta arrivavano nello Zerasco.

Militari inglesi del Battaglione Internazionale ricevono un lancio sul monte Picchiara all’inizio della primavera 1945
Le rovine di Palazzo Schiavi nel paese di Chiesa di Rossano semidistrutto dai colpi di mortaio tedeschi durante il rastrellamento del 3 agosto 1944. Era sede del comando del Btg Internazionale, dell’ospedale partigiano e deposito di armi e munizioni (Fondazione Gordon Lett – Somerset, Inghilterra)
Gruppo di componenti il Battaglione Internazionale, nell’autunno 1944 sul monte Picchiara. Il magg. Gordon Lett è al centro, con in mano un bastone (Fondazione Gordon Lett – Somerset, Inghilterra)